San Calogero di Brescia

San Calogero di Brescia
Nome: San Calogero di Brescia
Titolo: Martire
Nascita: I secolo , Brescia
Morte: 18 aprile 121, Albenga
Ricorrenza: 18 aprile
Tipologia: Commemorazione


Calogero, il cui nome è spesso riportato anche nella particolare forma di Calocero e che le fonti agiografiche chiamano anche col nome romano di Caio, era stato cresciuto nelle superstizioni pagane, e per i pregi suoi era salito in alto grado nella milizia sotto l'imperatore Adriano. Accadde che d'ordine dell'impero Calocero dovette recarsi di presidio a Brescia, terra sua natia. Quivi s'imbattè in quei valorosi confessori Faustino e Giovita, e i loro tratti, le loro parole, la luce divina che brillava sulle loro fronti lo colpirono, e per una ispirazione celeste volle tosto stringere con loro amicizia non solo, ma condividere la loro fede.

Calocero venne istruito, battezzato, e rimanendo fedele al padrone terreno, prese a servire il padrone celeste, benchè sapesse che il suo proposito gli frutterebbe strazi d'ogni genere e la morte. Adriano nel suo carattere versipelle, se parve tollerasse i cristiani, non aveva mai revocato il rescritto di Trajano, che lasciava mano libera ai prefetti di mettere a morte i cristiani convinti.'

Quindi se fu sotto Adriano che si consumò in Roma il martirio della nobile matrona Sinforosa e de' suoi sette figli, ora in Brescia per la fede sono incatenati i santi fratelli Faustino e Giovita e con essi è accusato Calocero; e tutti tradotti a Milano, onde a forza di tormenti avessero a sacrificare a Silvano, Dio delle selve. Quell'Adriano che intese annoverare tra i numi dell'impero il Nazareno Signore, or intrideva le mani nel sangue dei suoi seguaci. « È dunque vero, che tu, officiale dell'impero, hai dato il nome alla setta dei cristiani? — Io lo confesso, o sire, sono cristiano, ma con ciò io non ho cessato d'essere fedele al giuramento di soldato, e in nulla mancai al mio dovere. — Tu dunque confessi di essere cristiano. — Ebbene o vi rinunzia e giura fedeltà alle leggi dell'impero, o morrai. - Io morrò, ma sappi, o sire, che morendo condanno la tua violenza di volermi far rinnegare la fede e che assieme a tutti i miei fratelli cristiani detesto e abbomino i riti osceni delle tue leggi. » — Dopo ciò il valoroso soldato fu diviso di viva forza dai gloriosi Faustino e Giovita, incatenato e sotto buona scorta dato nelle mani del prefetto della Liguria il quale lo condannò al taglio della testa. I pietosi fedeli raccolsero le venerate spoglie di lui, le riposero là ove sorse e chiesa e monastero delle Sacre Vergini; quelle reliquie furono poi tratte in luce nel secolo XIII, e feste si fecero nel secolo XVI, quando la diocesi di Albenga prese ad invocare quale principale patrono il martire illustre S. Calocero; e Milano, avutane parte delle reliquie del martire, edificò una chiesa al suo nome.

MASSIMA. Chi aspira veramente al cielo, non piegherà alle lusinghe della terra.

PREGHIERA. O Signore, create un cuor nuovo in quelli che comandano e in quelli che obbediscono; affinchè gli uni non comandino cosa contraria alla ss. vostra legge e comprendano gli altri, ciò che non è lecito di fare.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Bréscia san Calogero Martire, il quale, convertito a Cristo dai santi Faustino e Giovita, sotto il Principe Adriano finì la gloriosa battaglia della confessione.

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