Sappiamo poco della vita di Marone, un monaco eremita vissuto in Siria tra il IV e il V secolo. Pur possedendo una capanna coperta di pelli di capra, ne faceva poco uso, vivendo per lo più a cielo aperto. Trascorreva la maggior parte del suo tempo assorto in preghiera. La sua solitudine, tuttavia, non durò a lungo. Presto accorsero a lui discepoli e semplici fedeli per ricevere consigli. Tutti egli esortava alla preghiera, invitandoli a trascorrere con lui l'intera notte nella lode di Dio. I suoi consigli erano spesso accompagnati da guarigioni fisiche e psichiche. Non meno apprezzata era la sua guida spirituale, al punto che Teodoreto afferma che tutti i monaci di Ciro furono da lui istruiti. Morì verso il 410 e il suo corpo venne sepolto nel celebre monastero di Beth-Maron, nella regione di Apamea. Un secolo più tardi, a causa delle invasioni arabe della Siria, molti cristiani si stabilirono in quella zona montuosa. Fu l'origine di quella Chiesa che dal nome del santo prese il nome di maronita. Nel medioevo un buon numero di maroniti aderì all'unione con la Chiesa cattolica. Per questo nel XVI secolo venne aperto a Roma un importante collegio per lo studio della lingua e della tradizione maronita. Ancora oggi san Marone è venerato nelle regioni montuose della Siria e del Libano.
MARTIROLOGIO ROMANO. Su un monte presso Apamea in Siria, san Marone, eremita, totalmente dedito all’aspra penitenza e alla contemplazione, presso il cui sepolcro fu eretto un celebre monastero, da cui ebbe poi origine una comunità cristiana che da lui prese il nome.
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