Su richiesta del re vichingo Olaf Trygvasson, Re Etelredo "l'indeciso" mandò Sigfrido (15 feb.), monaco di Glastonbury, in Norvegia, ed Eskil, parente di Sigfrido, si unì a lui. Probabilmente i due monaci erano cresciuti in Inghilterra, benché i loro nomi suggeriscano che avessero sangue vichingo.
I popoli della Scandinavia erano stati evangelizzati da Anscario, l'infaticabile arcivescovo di Brema (3 feb.), ma dopo la morte dcl santo essi tornarono ad adorare i loro vecchi idoli norvegesi, e così la Chiesa sentì la necessità di una nuova missione. Sigfrido fu nominato vescovo di Viixjò, mentre Eskil lavorò soprattutto in Svezia, e principalmente nel Sòdcrmanland. Venne consacrato vescovo di Striingnàs (entroterra dove ora sorge l'area di Stoccolma) e benché alcuni parlino di lui come del primo vescovo diocesano, in verità egli era vescovo regionale. Ricevette grande sostegno dal re Inge, ma questi venne ucciso e sotto il suo successore, Blot Sven, "Sven il sacrificatore", ci fu una violenta reazione contro i cristiani. A Striingniis fu celebrato un grande sacrificio per propiziarsi gli dèi norvegesi; fu costruito un altare pagano e preparato un sacrificio. Al vedere che molti cristiani dichiarati vi prendevano parte Eskil li affrontò e li invitò pubblicamente a rinunciare alle loro pratiche pagane. Poiché essi ignoravano il suo appello pregò Dio di dare un segno visibile che era lui l'unico vero Dio: subito scoppiò un violento temporale che distrusse l'altare e i sacrifici, senza bagnare il vescovo e i suoi seguaci. Sven attribuì l'accaduto a pratiche magiche e ordinò che Eskil fosse ucciso: la folla lo circondò e lo lapidò. Il luogo dove fu sepolto il suo corpo nel 1082 fu chiamato Eskiltiina. Nuove ricerche storiche compiute nel 1940 sembra porre la morte di Eskillo nel 1038.
MARTIROLOGIO ROMANO. In Svezia, sant’Eskillo, vescovo e martire, che, di origine inglese, ordinato vescovo dal suo maestro san Sigfrido, non lesinò le forze per annunciare Cristo tra i pagani della provincia del Södermanland, dai quali fu poi lapidato.
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