Sant' Eteldreda di Ely

Sant' Eteldreda di Ely
Nome: Sant' Eteldreda di Ely
Titolo: Regina di Northumbria
Nascita: 636 circa, Exning,Inghilterra
Morte: 679, Ely, Inghilterra
Ricorrenza: 23 giugno
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione


Le tante chiese dedicate a Etcldrcda (Aethelthryth o, più popolarmente, Audrey) testimoniano come fosse una delle sante sassoni più conosciute. Era figlia di Anna, re degli angli orientali, e sorella di altre tre sante: Sexburga (6 lug.), Etelburga (7 lug.) e Withburga (8 lug.): la prima, dopo la morte del marito re del Kent, scelse la vita religiosa; Eteidreda si fece suora, mentre Withburga optò per una vita eremitica.

Eteidreda si era sposata due volte, ma si dice che fosse rimasta vergine. Da ragazza aveva assecondato il desiderio dei genitori ed era andata sposa a Tonbert, principe nella contea di Fen, che probabilmente era già malato perché morì «poco tempo dopo averla sposata», come scrive Beda. Allora ella si ritirò nell'isola di Ely, regalo di nozze di Tonbert, circondata da acquitrini e terreno paludoso, conducendo vita solitaria e di preghiera per cinque anni. I suoi famigliari fecero pressione perché si sposasse di nuovo; il prescelto era Egfrido, figlio di re Oswy, che aveva solo quindici anni.

Da principio il giovane sposo accettava di buon grado di vivere in continenza, ma diventando adulto e re, voleva che ella si comportasse con lui da moglie, ma Eteidreda disse che aveva fatto voto di verginità a Dio. I due coniugi fecero allora ricorso a Wilfrid, vescovo di York (12 ott.): il re tentò anche di corrompere il vescovo, che però decise che si dovesse concedere a Eteldreda di entrare in convento. Ella si recò a Coldingham, dove era badessa sua zia S. Ebba (25 ago.), e lì ricevette il velo dal vescovo Wilfrid. Egfrido dovette risentirsi molto per quella decisione, tant'è vero che incoraggiò Teodoro di Canterbury (19 set.) a dividere la grande diocesi del nord e a bandire Wilfrid, che per un certo tempo fu costretto all'esilio.

Dopo un anno trascorso a Coldingham Eteldreda si trasferì a Ely, dove il vescovo Wilfrid la nominò badessa di due monasteri, incarico che resse fino alla morte. Adottò la Regula benedettina come base della vita monastica, e si diede a condurre una vita molto austera: mangiava una sola volta al giorno, a eccezione di quando era malata o nelle grandi solennità; indossava abiti di lana rozza dei poveri piuttosto che quelli di lino pregiato che le monache provenienti dalla nobiltà continuavano a portare anche in convento; dopo la recita del Mattutino a mezzanotte, spesso si fermava in chiesa a pregare fino al sorgere del sole. Morì nel 679 e secondo le disposizioni da lei lasciate fu sepolta dentro una semplice cassa di legno.

Durante il Medio Evo la tomba di S. Eteldreda divenne un grande centro di devozione. Le sue reliquie sono scomparse da molto tempo benché si possa ancor oggi ammirare il suo sepolcro nella cattedrale di Ely, dove immagini della sua vita sono scolpite attorno alla Torre del Faro. Tawdry, una distorsione del nome Audrey, è il nome attribuito alle collane di poco valore e agli altri oggetti vistosi in vendita alla fiera annuale di grande richiamo, nel giorno della sua festa.

MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero di Ely nell’Inghilterra orientale, santa Edeltrude, badessa: figlia del re e lei stessa regina di Northumbria, rifiutate per due volte le nozze, ricevette dal santo presule Vilfrido il velo monacale nel monastero da lei stessa fondato e che, divenuta madre di moltissime vergini, resse con il suo esempio e con i suoi consigli.

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