Santo Stefano il Giovane

Santo Stefano il Giovane
Nome: Santo Stefano il Giovane
Titolo: Monaco orientale, martire
Nascita: 715, Costantinopoli, Turchia
Morte: 28 novembre 764, Costantinopoli,Turchia
Ricorrenza: 28 novembre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione


Stefano, uno dei martiri più famosi della persecuzione iconoclasta, nacque a Costantinopoli, all'inizio dell'vm secolo, e a quindici an-ni, i genitori lo mandarono al monastero di S. Aussenzio, vicino a Calcedonia, dove ricevette l'incarico di provvedere agli approvvigionamenti giornalieri.

Alla morte del padre tornò a Costantinopoli, vendette la sua parte d'eredità e donò il ricavato ai poveri; poi portò la madre e una delle sorelle (l'altra era già monaca) in Bitinia, dove tutti e tre trovarono asilo in un monastero. Alla morte dell'abate, Stefano, ancora trentenne, fu scelto come successore; il monastero era costituito da un certo numero di piccole celle distribuite sulle pendici di una montagna, con una grotta sulla cima riservata all'abate, dove Stefano si trasferì. Qui visse pregando e svolgendo contemporaneamente il lavoro di copiatura di testi, oltre a tessere le reti, finché, a quarantadue anni, rinunciò all'incarico di abate e si ritirò in una cella remota, dove non riusciva neanche a stare in piedi o a sdraiarsi confortevolmente.

In questo periodo l'imperatore iconoclasta Costantino V Copronimo (741-775), nella sua battaglia contro il culto delle immagini sacre, aveva preso di mira i monaci in particolare. Consapevole dell'enorme influenza di Stefano, desiderava fargli sottoscrivere un decreto approvato dai vescovi iconoclasti nel 754. Al rifiuto di Stefano, l'imperatore mandò alcuni soldati a prenderlo, e da allora usò vari mezzi in suo potere, incluse le calunnie e gli inganni, nel tentativo di screditarlo.

Infine, quando Stefano sfidò i vescovi che appoggiavano l'imperatore in merito alla questione delle immagini sacre, fu esiliato sull'isola di Proconneso nella Propontide (l'attuale Mar di Marmara). Due anni dopo, fu riportato in prigione a Costantinopoli e, quasi immediatamente, fu convocato davanti all'imperatore che gli chiese se una persona che avesse calpestato l'immagine di Cristo, avrebbe ricevuto lo stesso trattamento da Cristo stesso. Stefano rispose di no, ma poi estrasse una moneta e chiese come sarebbe stato trattato chi avesse calpestato l'immagine dell'imperatore. Quest'ultimo espresse la sua indignazione sul fatto che qualcuno potesse solo pensare di compiere un'azione simile, perciò Stefano gli chiese perché fosse un crimine così grave camminare sull'immagine dell'imperatore e invece fosse giusto bruciare quella di Cristo. A questo punto l'imperatore lo condannò a essere flagellato, ma dato che non riuscì a ucciderlo in questo modo, sembra che l'imperatore abbia detto: «Qualcuno riuscirà a liberarmi da questo monaco?»; alcuni dei presenti, che lo udirono pronunciare queste parole, andarono a prendere Stefano e lo trascinarono a piedi per le strade, infine lo bastonarono a morte. Il Martirologio Romano menziona, insieme a Stefano, altri monaci che subirono il martirio nello stesso modo.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Costantinopoli, santo Stefano il Giovane, monaco e martire, che, sotto l’imperatore Costantino Coprónimo, sottoposto a vari supplizi per aver difeso il culto delle sacre immagini, confermò con l’effusione del suo sangue la verità cattolica.

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